Il ministro Lotti: “Illegalità nel calcio è slegata dal modello di governance” | Calcioefinanza

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Da Calcioefinanza, 30.03.2017


 

“Non ritengo necessaria la promozione dell’azionariato popolare nelle societa’ sportive professionistiche per limitare le situazioni di illegalita’”. Cosi’, nell’interrogazione a risposta immediata della Commissione Cultura della Camera, il ministro dello Sport Luca Lotti ha replicato alla domanda avanzata da Stefano Borghesi, deputato della Lega Nord e Autonomie che chiedeva la promozione dell’azionariato popolare nel calcio italiano per limitare eventuali situazioni di illegalità ricordando l’inchiesta sulle presunte infiltrazioni mafiose che vede coinvolta la Juventus.

“Non esiste alcun comprovato collegamento tra infiltrazioni mafiose e modello di proprietà – ha sottolineato Lotti – E’ innegabile come il calcio italiano abbia prodotto sia modelli virtuosi che fallimentari di proprieta’ padronale. La partecipazione del pubblico e’ sicuramente un elemento positivo, ma non ritengo sia prioritario imporla attraverso un intervento normativo”.

L’azionariato popolare, peraltro, è un tema assai ampio e che non si risolve nell’evocazione della partecipazione dal basso, visto che in Europa esistono numerosi esempi riconducibili genericamente all’idea di “azionariato popolare”, ma con caratteristiche anche molto diverse tra di loro.

CF – calcioefinanza.it a tal proposito ha analizzato i limiti del modello, che ad esempio funziona molto bene ai livelli inferiori della piramide sportiva, perchè se da una parte vi sono gli esempi storici di Real Madrid e Barcellona (che hanno comunque le loro peculiarità e particolarità legate proprio al DNA di queste società oltre che alla legislazione favorevole prevista per loro in Spagna), dall’altra vi sono casistiche svariate che vanno considerate quando, appunto, si evoca l’azionariato popolare.

 

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