Le ragioni del NO al #Referendum costituzionale | Lonato

Lonato no Referendum

Lonato no Referendum

Una nuova serata per parlare di Riforma Costituzionale, stavolta a Lonato.
Insieme a Fabio Rolfi, Stefano Bruno GALLI, Simona Bordonali e Paolo Formentini.


Lonato: la splendida Sala degli specchi nella biblioteca comunale si riempie presto, e poco dopo le 21 può cominciare l’incontro pubblico.

Dopo un primo saluto allo storico militante Franco Ferrari, apre la serata il Segretario provinciale Paolo Formentini. Il Segretario spiega una delle ragioni fondamentali per cui il NO al Referendum costituzionale è fondamentale.

Se passa questa riforma, saranno annullate definitivamente le autonomie locali. Il pericolo più grosso lo corrono le nostre Regioni. Con la pericolosissima “clausola di supremazia”, tutta la legislazione regionale potrà essere cancellata nel caso in cui non rispetti il criterio vago dell’interesse nazionale. La deriva di un’oligarchia verso un governo autoritario è evidente.

Viene poi il mio turno, e ribadisco una questione a molti ancora poco chiara: il Senato non è vero che viene abolito. Non facciamoci prendere in giro: i senatori restano, verranno nominati e non più votati dai cittadini. Il nuovo Senato, per come verrebbe composto, avrebbe 16 competenze per le quali collaborare con la Camera. Esempio evidenti che Renzi raccorta solo cazzate. Anche sul taglio ai costi della politica, Renzi cerca di venderla come la panacea di tutti i mali ma sono le solite balle. Il risparmio è ridicolo: 50 milioni, che su un bilancio dello Stato di 800 miliardi è quasi nullo. A maggior ragione se si deve scomodare una riforma costituzionale.

I finti risparmi sono soltanto uno specchietto per le allodole per imbrogliare la nostra gente, la verità è un’altra. Se questa riforma dovesse disgraziatamente passare, toglierà i poteri alle Regioni.

Non possiamo permettere che il potere passi tutto nelle mani dello Stato centrale. La Lega Nord difende da sempre la territorialità ed è in prima fila per tutelare gli interessi della nostra gente.


È poi il turno di Simona Bordonali, che demolisce la credibilità del premier Renzi.

Che credibilità ha un uomo che prima dice di dimettersi se perde il Referendum, e poi si rimangia la parola?
Che credibilità può avere Renzi, che aveva promesso di saldare i debiti dello Stato entro settembre 2014 e invece mancano ancora 53 miliardi?
Aveva detto “via i partiti dalla Rai”, e ora abbiamo la tv di regime.

Renzi ha fatto molte promesse, ma poi ha fatto l’opposto o non ha fatto niente.

 

Viene poi il turno di spiegare il casino che Renzi sta facendo con il bicameralismo. Simona mostra fisicamente l’articolo 70 che Bordonali Lonatoverrebbe abolito, e quello nuovo se passa la riforma. Quello attuale ci sta in un foglio, quello nuovo riempie una catena.

 

Si capisce quindi che le criticità saranno molte, anche perché poi più si scrive e più ci sono problemi.

 

Anche sui tagli ai costi della politica, Renzi vende fumo.

Se tutte le regioni d’Italia seguissero il modello Lombardia, lo Stato risparmierebbe 23 miliardi. Invece Renzi, per risparmiare 50 milioni, decide di fare una Riforma Costituzionale e scomodare la carta più importante.

Cosa sono 50 milioni rispetto a 23 miliardi?
Considerate poi che 23 miliardi si potrebbero risparmiare anche domani, con una legge finanziaria seria e senza toccare la Costituzione.

Per ultimo, Simona spiega alla platea di Lonato il grave rischio che corre la Lombardia con la “Revisione del titolo V” inserita in questa Riforma Costituzionale.

Per noi leghisti, questo referendum vanifica la nostra anima di autonomisti. Noi vogliamo essere padroni a casa nostra, è la nostra vocazione.
Ma deve votare no anche un lombardo che non vota la Lega, perché leRegioni con questa Riforma non conteranno più nulla.
Un lombardo oggi non può votare sì a questa riforma, ma i sondaggi purtroppo dicono che in Lombardia è in vantaggio è il sì. Il nostro impegno, come lombardi che vogliono continuare a mantenere l’eccellenza che ci caratterizza, è votare NO.
Il passo successivo a questo Referendum è votare per l’autonomia della Lombardia. Ma se vince il sì questa possibilità ci sarà definitivamente preclusa.

Per la nostra sopravvivenza e per la nostra identità, bisogna votare no.


La parola passa dunque a Fabio Rolfi, che da Lonato chiama tutti ad una grande mobilitazione civica per il NO.

C’è la tendenza a bombardarci sulle quattro stupidate per il sì, che è dimostrato come siano solo e soltanto balle.

Fabio spiega poi i quattro motivi fondamentali per cui votare NO:

1) La costituzione è la legge più importante di un paese, è il patto del popolo con lo Stato. Quindi non può cambiarla un Presidente del Consiglio abusivo, per la sua bramosia di potere. Si fa una campagna elettorale costituente, si confrontano diversi modelli di Stato e poi si vota tutti insieme; non a colpi di maggioranza.
2) Il messaggio nascosto di questa Riforma Costituzionale: meno la gente vota, meglio è. Questo è il nuovo modello di democrazia se passa la Riforma. E per fortuna si chiamano Parito Democratico.

Se vince il sì ci sarà una democrazia per pochi.

3) Il risultato dell’associazione tra referendum e italicum è questa: un partito col 20% al primo turno potrebbe ottenere il 55%. I bilanciamenti del potere dello Stato vengono totalmente sbilanciati, un solo capo di partito si prende tutto.
4) Il futuro delle autonomie locali è a rischio, ma non perché lo dice la Lega Nord. Sarà un problema che vedremo nella vita di tutti i giorni. Per come stanno le cose adesso, la sanità è gestita dalle Regioni e non c’è nessuna Regione che sia eccellente come la Lombardia. Abbiamo la sanità in pareggio di bilancio da 10 anni. È molto pericoloso che un ministero da Roma gestisca la sanità lombarda. È sbagliato condannare tutte le regioni al centralismo, perché si puniscono le eccellenze e si mantengono i disastri.

Se vince il no, difendiamo ciò che abbiamo e difendiamo una battaglia autonomista per la Lombardia.


A chiudere la serata ci pensa il Professor Stefano Bruno Galli, che pone l’accento su quanto gli italiani ne sanno del Referendum. Il dato è allarmante: 6/10 italiani non sanno perché si va a votare, né cosa votare. Per questo gli incontri con la gente sono fondamentali, perché aiutano a capire.

È fondamentale parlarne, e dare strumenti alla gente per  andare a parlare e convincere amici e parenti a votare no.

Il punto fondamentale è questo: non si può usare la Costituzione come uno strumento di lotta politica. La Costituzione è la carta fondamentale che regola la vita associata di tutti noi, e non può essere utilizzata per aprire conflitti.

Pure il Partito Democratico nel 2006, ai tempi della “Devolution”, diceva le una Riforma Costituzionale dev’essere condivisa. Adesso invece la stanno facendo loro, e quindi va bene farla a colpi di maggioranza?

Riguardo alle politiche pubbliche ed economiche, questa Riforma manda a sbattere il sistema. Come si può mettere sullo stesso piano una Regione che ogni anno versa 54 miliardi allo Stato, come la Lombardia, a una regione che invece lo Stato deve mantenere, come la Calabria? Questo ragionamento è suicida.

Seguendo questo ragionamento, tutti i cittadini di Lombardia, Veneto, Emilia, Toscana, Umbria, Marche, Liguria e Piemonte devono votare NO indipendentemente dalla loro appartenenza politica.

Queste Regioni sono più brave dello Stato a gestire il rapporto costo/qualità dei servizi. I cittadini di queste Regioni devono votare NO proprio per non perdere l’autonomia che ha portato la loro Regione a buoni risultati.

 

Il VIDEO della serata QUI:

https://youtu.be/KTJNNz6P7mM

 

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